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Se  il nome Vespa sarebbe nato da un'esclamazione di Enrico Piaggio che alla vista del prototipo esclamò: Sembra una vespa!, per via del suono del motore e delle forme della carrozzeria che vista dall'alto la rendono somigliante all'insetto, all’ Ape si può riconoscere simile origine. Tra i due “insetti meccanici” vi é una certa parentela: la prima nasce nel 1946, la seconda nel 1948, in un'Italia ancora stremata dalla guerra, dove in pochi potevano permettersi l'acquisto di un mezzo a quattro ruote. Alla Piaggio venne l'idea di costruire un veicolo commerciale su tre ruote a sole 170.000 lire: un motofurgone derivato da uno scooter, la Vespa, appunto. Dunque, le prime due serie erano quasi una Vespa a due ruote attaccata ad un rimorchio, pubblicizzata in alcuni prospetti di vendita e in taluni mercati quale VespaCar o TriVespa. L’Ape, al pari della Vespa, fu un vero boom. Piacque in particolare al sud est asiatico, al posto del Risciò (o Tuk-Tuk, per via del suono del motore), nella versione Ape Calessino. In India venne importata fino alla prima metà degli anni '50, ma a causa dell'enorme domanda, si provvide a realizzare un'azienda che lo costruisse in loco su licenza. A Bangkok divenne uno dei simboli più celebri della città. Ma celebre in ogni parte del mondo! E da noi? I contenuti costi d'acquisto e di manutenzione e, soprattutto, le ridotte dimensioni d'ingombro, ne fecero il veicolo ideale per muoversi negli antichi borghi delle località balneari tirreniche ed insulari, spesso serviti da stradine strette e ripide. Neppure l'avvento dell'automobile popolare, alla fine degli anni cinquanta, riuscì ad intaccare l'impiego del Calessino che  sarà il taxi protagonista della dolce vita sulle riviere ligure e toscana, così come sulla costiera amalfitana, a Capri e nelle isole Flegree. Ancora oggi, di svolazzo in svolazzo, scorazza, travestita in Trinacria da caretto siciliano!!

 

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