Ce site utilise des cookies, y compris des tiers, afin d'améliorer votre expérience et de fournir des services en ligne avec vos préférences. En fermant cette bannière, le défilement cette page ou en cliquant sur l'un de ses éléments de consentement à l'utilisation de cookies. Si vous voulez en savoir plus cliquez sur "Plus d'informations"

SpeakItalianInRome

Apprendre la langue italienne à Rome

Nella tradizione italiana non possono mancare, ma anche altri, Francia, Germania, Croazia, Svezia, festeggiano come noi il giorno della resurrezione di Cristo con le uova, appunto, di Pasqua. Dipinte festosamente, sode o di cioccolato, sono alla base della colazione della domenica mattina. C’è chi, in Danimarca e negli Stati Uniti (Easter Egg Roll) perlustra boschi e giardini alla ricerca del simbolo della rinascita. Altri Paesi, invece, si popolano di coniglietti e pulcini per l’occasione. Ma “uovo o uova” in italiano? Ebbene, il termine fa parte di quella classe di parole (e ciò risulta abbastanza incomprensibile per gli stranieri), che al singolare sono di genere maschile, divenendo femminili al plurale. Altri sono braccio / braccia, dito / dita, ginocchio / ginocchia, osso / ossa, il cui cambio di genere (spesso con valore collettivo) si rifà alla forma del plurale latino neutro in -a. La cosa si complica quando al plurale, oltre al genere femminile, hanno anche il maschile: le dita della mano (tutte le dita che la compongono), ma preso ciascun dito singolarmente, al plurale il genere è maschile: i diti anulari (quelli dove di solito si mette l’anello). Lo stesso vale per gli altri termini: ossa riferendosi allo scheletro, ossi in altri casi, e così via. Dai, una volta capito il meccanismo, non è poi così difficile!!